Intervista all’azienda Speranza dal Corriere Ortofrutticolo

Da società semplice a società a responsabilità limitata. Ma senza cambiare nome. Speranza è ormai un brand ben posizionato e conosciuto, oltre ad essere il nome della famiglia di Vittoria in provincia di Ragusa il cui capostipite Giovanni nel 1965 pose le basi dell’attuale sito produttivo. L’azienda agricola, nel frattempo arrivata a 13 ettari – tutti coperti da serre e in unico corpo – in cui vengono coltivate quasi esclusivamente melenzane, viene gestita adesso dai figli Giuseppe e Alessandro. Il primo, agronomo, si occupa della parte produttiva, il secondo ha la responsabilità amministrativa e commerciale. Il passaggio dalla società semplice che caratterizza gran parte delle aziende condotte dalla seconda generazione di imprenditori agricoli è ormai non più rinviabile ed è stato deciso per febbraio.

Per l’azienda agricola Speranza di Vittoria, il 2024 è l’anno dell’affermazione come impresa strutturata non solo dal punto di vista tecnico – aspetto già fortemente sviluppato – ma anche dal punto di vista economico. Del resto non poteva essere diversamente: è l’anno dell’ampliamento delle superfici produttive aziendali e dell’avvio di un nuovo magazzino di lavorazione del prodotto. Le prime passano da 13 a 20 ettari, il secondo, nuovo di zecca, si sviluppa su 4.500 metri quadrati. Una superficie che rispetto all’attuale di 1000 metri quadrati, permette un’organizzazione delle lavorazioni più veloce e razionale e l’utilizzo di macchine più performanti. “Il bilancio 2023 si è chiuso con un fatturato di 5 milioni e 300 mila euro. Prevediamo che questi recenti investimenti possano fare crescere il fatturato di almeno un terzo”, dice Alessandro Speranza. L’azienda agricola Speranza è specializzata nella produzione di melenzane, sia quella tonda che quella viola. In ogni metro quadrato di serre vengono prodotte in media poco meno di 25 chilogrammi dell’ortaggio. Il risultato produttivo è stato raggiunto grazie al dosaggio oculato dei nutrienti forniti alla coltura dagli impianti di fertirrigazione, alle tecniche di trattamento delle “femminelle” (getti laterali emessi dalle piante) e alla selezione dei frutti già sulla piante. “Adottiamo un sistema di coltivazione che impegna, è vero, molta manodopera, ma che ci consente di ottenere risultati produttivi davvero gratificanti che vengono apprezzati dal mercato”, afferma Alessandro Speranza.

La melanzana tonda coltivata in azienda si chiama ‘Rosalia’, un ibrido commercializzato dalla multinazionale spagnola Semillas Fitó. Di colore nero brillante durante tutto il ciclo e forma sempre tondo ovale, ha una particolarità: il calice è privo di spine. “Rosalia è nata da una nostra esigenza: ci eravamo accorti che durante la preparazione del prodotto per la commercializzazione, diversi ortaggi venivano danneggiati proprio dalle spine presenti nel calice. Il che si traduceva in percentuali alte di scarto in magazzino e deterioramento del prodotto durante il trasporto e sui banchi di vendita. Con Rosalia tutto questo non accade più”.
L’azienda Speranza tiene aperti tutti i canali commerciali. Non ha mai abbandonato il locale mercato di Vittoria che rimane sempre il più grande mercato alla produzione del Sud Italia, ma si rivolge anche ai maggiori mercati all’ingrosso nazionali. Vende poi alla grande distribuzione organizzata (a Eurospin e Despar tra i marchi più noti) e approda anche all’estero: Germania e Olanda a cui da quest’anno si sono aggiunte tra Svizzera e Austria.

Sul fronte delle certificazioni, oltre alla ormai classica Global Gap richiesta da tutti i player del fresco, i fratelli Speranza puntano molto anche sulla certificazione ‘Nichel Free’.
“La melanzana è un ortaggio molto spugnoso dove facilmente può avvenire l’accumulo dei metalli e del nichel in particolare, soprattutto nelle colture in pieno campo. Può rappresentare un problema per gli individui allergici. La coltura in ambiente protetto, combinata al ricorso alla fertirrigazione, consente di superare questo problema”. La melenzana, dunque, rappresenta il prodotto di punta e il core business aziendale che viene integrato con le produzioni di altri orticoltori “fidati” che in circa 15 ettari di serre condividono le medesime tecniche e metodiche di coltivazione. Ma i fratelli Speranza commercializzano anche altri ortaggi: pomodoro e pomodorino in tutte le declinazioni, cetriolo e peperone (da quest’anno anche autoprodotto). Con un semplice obiettivo: la fidelizzazione del cliente. Per assecondarne le richieste spesso bisogna assicurare un’offerta riferita a una più ampia gamma di prodotti.

Articolo di Angela Sciortino estratto dal Corriere Ortofrutticolo

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